Certificazione CE Montacarichi – Chi risponde delle porte di Piano?

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SICUREZZA DEL MONTACARICHI – CHI RISPONDE DELLE PORTE DI PIANO


Un costruttore di montacarichi per cose e non per persone, ci ha coinvolti per una rogna che gli è capitata, nonostante la cura maniacale con cui  progetta e sviluppa i suoi prodotti.

Il fatto:

In un Centro Commerciale, nel magazzino intensivo relativo ai piccoli elettrodomestici, un operatore di cooperativa (come capita quasi sempre) sta eseguendo mansioni di picking manuale al terzo piano.

Ha chiamato al piano il montacarichi e, mentre lo aspetta, prepara un roll, da spostare a piano terra, con molte scatole.

Arrivato il montacarichi al piano, apre solo una anta del portone e, mentre la lascia aperta, va a prendere il roll, convinto che il montacarichi così rimane  bloccato e lo aspetta. Quindi, senza controllare e con energia, spinge con forza il tutto dentro il piano del montacarichi.

Ma… il montacarichi non era più lì. Ed il povero addetto è volato giù insieme al roll, procurandosi pesanti lesioni.

Gli UPG incaricati dal PM dell’indagine accertano che:

·      Esiste un malfunzionamento dell’interblocco e del dispositivo di controllo di presenza della porta (non rilevando la porta aperta ha consentito all’impianto di partire normalmente);

·      Nel corso degli anni sono stati effettuati numerosi interventi sulle porte, perché queste, a causa delle loro notevoli dimensioni, non rimanevano allineate;

·      In particolare, durante un intervento di manutenzione, a causa di un errore di montaggio delle viti di fissaggio, la chiave era rimasta inserita nel microinterruttore, lasciando che il montacarichi si muovesse nonostante la porta fosse aperta

Quindi anche il costruttore viene chiamato in causa, perché subito si pensa che è soprattutto colpa sua, di difetti e carenze di progettazione ed installazione. La sua marcatura CE è un bidone. La sua Dichiarazione di conformità un azzardo.

Ma secondo noi non è così, e ci mettiamo all’opera.



Chi avrà ragione?

Dopo le varie vicende che si sono succedute, a ragion veduta, la nostra conclusione è che si salva chi sa spiegare meglio l’applicazione delle norme, dai punti di vista dell’utilizzatore e del costruttore.

Quando lavoriamo noi siamo alle prese con tutte le questioni che portano a proteggere il nostro cliente. Analizziamo il problema da tutti i punti di vista, usiamo le norme nel modo migliore, e non cadiamo mai in scorciatoie, forzature, eccessive semplificazioni.

Vogliamo che la “controparte”, cioè  sia il consulente tecnico del tribunale, il Ministero, l’UPG della ASL e così via, ci ritengano credibili. Ma non cediamo mai dalle nostre posizioni, ben argomentate.

Il nostro tesoro sono i nostri clienti, che rischiano in proprio. Gli altri sono la controparte, che rispettiamo e da cui pretendiamo di essere rispettati.

In questo modo stiamo diventando sempre più bravi a “spiegare meglio”.

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