Macchinario Nuovo E Linea Vecchia: Marcatura CE – Atex

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“MACCHINARIO NUOVO E LINEA VECCHIA: MARCATURA CE – ATEX”

 

Questa è una storia di due anni fa, dove il costruttore di una macchina marcata ATEX ci ha chiamati, con tante aspettative, come fossimo della famiglia del Mago Merlino.

 

Una fabbrichetta, una decina di addetti, un mestiere ingrato: recupero di bombolette spray.

Bombolette di tutti i tipi, ovviamente: c’è la crisi e non si può stare troppo a guardare.

L’impianto utilizzato è di una certa età, ed è sempre andato bene.

Ora bisogna entrare nel nuovo mercato, dove si può fare la differenza: il recupero di bombolette inquinate da solventi e propellenti infiammabili.

L’impianto esistente deve essere modificato e integrato per il nuovo processo.

Allora bisogna acquistare un macchinario nuovo, da inserire nella vecchia linea, in modo che si possa disporre di una linea flessibile e produttiva.

I problemi sono tanti: bisogna potenziare le aspirazioni, per ventilare bene la zona, bisogna che l’impianto nuovo sia adatto a solventi e infiammabili. Dovrebbe insomma essere ATEX. Ma tutta la linea deve essere ATEX? E chi si prende tutta la responsabilità?

Ci sarebbe da curare la nuova marcatura CE dell’impianto nuovo così costituito. Soprattutto bisogna che la zona sia classificata non più di Zona 2, altrimenti ci vuole l’Ente notificato. Carta e carta, costi aggiuntivi tutti subito.

Comunque si procede, il nuovo macchinario è di categoria 3, marcato ATEX come si deve. Ma è chiaramente un macchinario che da solo non svolge una funzione completa, ha bisogno di altre attrezzature prima e dopo.


 

Pazienza. Si comincia così.  Le cose non sono perfette, ma abbastanza. Insomma ci si preoccupa della sicurezza “nel logico”., come dice sempre un altro nostro cliente storico. Non può esistere la sicurezza al 100%, no?

 

Per molto tempo le cose vanno davvero bene.

Ma ogni tanto bisogna usare l’idropulitrice sulla nuova macchina. L’idropulitrice non è ATEX. Si è fatto tante volte, per pulire su tutte le parti della linea, dove bisogna.

Ovviamente non c’è nemmeno un impianto di rilevazione di gas e miscele esplosive.

Non è mica obbligatorio. E nemmeno l’impianto elettrico è ATEX in tutte le sue parti.


 

E inaspettatamente il capoturno, mentre va in mensa alle 12,30, ode uno scoppio, corre e poi vede un suo operaio avvolto nelle fiamme.

Che dire? Il costruttore della macchina dice che lui l’ha marcata ATEX per una Zona 2. E qui –dice- le cose sono molto molto differenti.


Ma è successo un infortunio grave. E il PM ritiene assolutamente che la colpa sia anche sua. Colpa della macchina che non è sicura. L’infortunio lo dimostra!

Vediamo come va il processo. Vediamo soprattutto cosa definisce il Consulente tecnico che la Procura della Repubblica ha nominato. Noi: facciamo fatica  a rapportarci con un “forcaiolo” prevenuto.

Il costruttore si doveva preoccupare di dove veniva installata la sua macchina? Evidentemente sì. Nella Norma armonizzata che spiega come fare la valutazione del rischio, la EN 12100, si spiega che innanzitutto vanno definiti i limiti. Limiti di utilizzo e così via.

Abbiamo il fascicolo tecnico per dimostrare che abbiamo ragione? Non troppo. Ci sono poche carte e poco aggiornate. Il manuale è tirato via, tanto non lo legge nessuno…


 

Ma –pensa il costruttore- io ho chiamato la DEDO, non potrei fare di più.

E noi, da mesi e mesi, balliamo per lui.

 

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