A nome dei Direttori di stabilimento: NON VOGLIAMO IL TdP TALEBANO.

Realisti, non teorici. Migliorare passo dopo passo quello che ci si trova davanti, che si riesce a fare; non pretendere di cambiare il mondo, che tanto non succederà.

Proporre cose concrete e fattibili, non sbattere in faccia al Direttore un elenco di prescrizioni poco attuabili.

Senza che nessuno si offenda bisogna spiegare che siamo diversi dai “sacerdoti” della regola, della norma subita, ampliata, a volte esagerata per la situazione concreta.

Le aziende non sono tutte uguali, i macchinari sono tutti uguali e tutti diversi.

Per fare un paragone azzardato sarebbe come citare un famoso detto del Vangelo: non è l’uomo per il sabato, ma il sabato per l’uomo. Infatti se si vuole stare sicuri, tranquilli, perfetti, e si vuole aumentare sempre di più la sicurezza: non si finisce mai. Si può sempre fare di più. Bisogna decidere quando fermarsi, Quando il rischio che rimane – residuo- è accettabile.

Noi ragioniamo così: un ispettore che esegue un controllo è come scattasse una foto accurata della situazione. Così però non la trova mai a posto completamente.

La fabbrica è una composizione di tanti fattori, molti dei quali poco controllabili o al fuori delle possibilità di influenza del Direttore. E ci sono tanti punti di vista, ognuno vede la stessa cosa in modo differente.  La parte commerciale guarda al prodotto da vendere, che esca bene dalle linee, che sia quello promesso e disponibile; la contabilità guarda ai costi, allo scarto, ai pagamenti; gli addetti guardano al posto di lavoro e a come si lavora…  la Proprietà all’insieme, sempre con occhio privilegiato al mercato.

Ci sono sempre mutamenti nei prodotti, nelle specifiche, nelle esigenze dei clienti, ogni anno si vedono cambiamenti a macchia di leopardo.

Allora: la sicurezza dei macchinari non è di nessuno? Magari è di tutti: ma ciascuno la considera a modo suo, dal suo punto di vista.

Quindi non è corretto fare solo una fotografia e basta: non si può dimenticare la storia e le prospettive.

Noi parliamo di un film: situazioni che cambiano verso il miglioramento, nei tempi giusti e consentiti.

·     Troviamo macchinari utili, validi, insostituibili…che però non sono a posto con i rischi e tutti i giorni bisogna stare attenti e sperare.

·     Troviamo macchinari nuovi, buoni, ma inseriti in un contesto vecchio, e che quindi non sono coerenti ed i rischi ci sono lo stesso.

·     Troviamo macchinari che sono nuovi, marcati CE, ma che devono essere modificati per esigenze produttive: e i rischi nascono di nuovo.

Chi prende in mano la situazione (il Direttore) non ha mai risorse infinite, non ha mai il controllo totale della situazione. Deve fare i conti con le risorse disponibili: con i soldi e con le persone (tecnici e operatori).

Bisogna dargli una strada da percorrere concreta.

Dallo screening della fabbrica –che è una delle cose che ci vengono chieste- facciamo uscire questo: un film non una foto.

Ing. Renato Delaini

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