MACCHINE INDUSTRIALI IN USO SENZA MARCATURA CE

MACCHINE INDUSTRIALI IN USO SENZA MARCATURA CE

Ancora molti macchinari e impianti funzionano in produzione anche se sono antecedenti al 1996. Non sono nemmeno Certificati CE.

L’utilizzatore, cioè il direttore di stabilimento o direttamente il titolare dell’azienda, manager in gamba che ha saputo superare la crisi, pensa che non sia saggio spendere per cambiare un impianto che funziona benissimo. E pensa sinceramente di essere a posto. Perché la macchina, la linea o l’impianto, erano in regola a suo tempo: se tutto è stato fatto come fanno tutti, oggi cosa ci possono fare?

Certo come utilizzatori questi manager non sono in grado di valutare bene cosa andrebbe adeguato, né hanno la conoscenza e la professionalità adatte: loro fanno altro.

Il compito del Direttore è sostanzialmente quello del professionista sveglio impegnato duramente per l’ottimizzazione delle risorse, la produttività, la Qualità, il servizio al cliente. Questi problemi sono solo rogne, per lui.

Lui vorrebbe qualcosa di sicuro per mettersi a posto, qualcosa che sia garantito e privo di rischi e soprattutto che non intralci il suo lavoro.

Se sei in questa situazione, se sei il Direttore, il delegato per la sicurezza, se ricopri la figura del Datore di lavoro, oppure anche se sei l’RSPP, e ti trovi in questa situazione, devi fare attenzione.

Anzi: cosa devi fare per proteggerti, cautelarti?

Andiamo sul pratico. Noi conosciamo storie, non vendiamo regole. Quello che facciamo non si legge sui libri.

Il fatto:

Trattiamo di un macchinario/insieme per una macchina formatrice, riempitrice e confezionatrice di vaschette per pasta adesiva, un impianto in funzione 24 ore al giorno, con lavoro organizzato su tre turni. Pensava l’imprenditore: è un peccato doverlo cambiare: un mulo instancabile, sempre produttivo. Certo, impianti più moderni sono più produttivi, ma costano troppo e la situazione per ora non consente passi più lunghi della gamba.

La formatrice aveva presentato un guasto durante le ultime ore del turno di notte (sempre di notte capitano i casini). Il manutentore di turno era intervenuto sbloccando il cancello di accesso agli organi lavoratori e l’aveva fatta ripartire, in attesa di sostituire il pezzo mal funzionante. Non dovrebbe essere possibile, secondo la miglior tecnica disponibile. Ma avevano sempre fatto così ed era più comodo. Soprattutto non si perde produzione.

Certo: in grande evidenza il manutentore aveva apposto un bel cartello di avviso per gli operatori addetti. Il cartello avvertiva dell’esclusione degli interblocchi e la necessità di arrestare manualmente la macchina prima dell’apertura dello sportello di accesso alla zona pericolosa. Nel corso del turno di mattina la macchina era andata avanti con i dispositivi di sicurezza disattivati: il pezzo da sostituire non era disponibile in magazzino. Così la formatrice continuava a sfornare vaschette, ma nel tardo pomeriggio si bloccava nuovamente, il problema non era stato risolto. Un operatore allora decideva di ovviare all’inconveniente e sbloccare. Ovviamente avvertiva un collega di lavoro del fatto che stava intervenendo, andando dentro!, per sbloccare la macchina.

Ma… ma… la manovra di sblocco la faceva, come spesso succedeva, senza arrestare la macchina, nonostante il cartello di avviso.

Dopo un po’, visto che la formatrice non ripartiva e che questo non ritornava, i colleghi di lavoro si recavano presso la formatrice dove lo trovavano esanime, con la testa imprigionata sotto il pistone formatore.

A chi si dà la colpa?

Senza dubbio al Direttore, datore di lavoro, l’utilizzatore. Il Magistrato su questo non ha dubbi!

Perché la macchina doveva essere adeguata agli standard di sicurezza odierni.

Sono cose scritte a lettere maiuscole nella normativa vigente e in tante sentenze. Sarebbe noioso riportare qui tutto. Ma resta evidente che non è stato rispettato il principio stabilito dall’Art. 2087 del C.C. e si ricade nell’Art. 40 del C.P.

Ma se sei il Direttore, il delegato per la sicurezza, se ricopri la figura del Datore di lavoro, oppure anche se sei l’RSPP, ti trovi facilmente in questa situazione.

Un vero controllo reale sulle situazioni è impossibile. Sei “nelle mani” del comportamento degli operai. E le norme sulle macchine da rispettare sono troppe e sempre in rapido mutamento, non c’è tempo materiale per seguire tutto. Fanno tutti così, imporre troppi vincoli non funziona, sembra questo l’unico modo di produrre. E le conoscenze tecniche dei tuoi non coprono questi problemi.

Mancano dei documenti ti che possano proteggere, che ti tolgano dai guai. Invece magari il DVR non è aggiornato ed inoltre è evasivo sui problemi di sicurezza delle macchine e impianti. Su questi problemi spesso il DVR sorvola.

Con fatti di questo tipo i costi per l’azienda salgono a livello impressionante e imprevedibile.

Perché in questo casi, oltre al Penale, entrano in campo gli indennizzi, ed i costi legali. Impossibile stabilire un Budget.

E l’RSPP? Andremo a vedere se questo rischio residuo non accettabile era stato adeguatamente segnalato, se erano state fatte delle attività per risolvere. Altrimenti c’è dentro pure lui.

Cosa si può fare? Il nostro metodo.

Siccome ci capita spesso di affrontare problemi simili, abbiamo messo a punto un metodo, di cui puoi approfittare in modo semplice e rapido. Senza dover studiare norme e direttive.

Ci siamo decisi a metterlo a disposizione qualche tempo fa, dopo che lo usiamo da oltre dieci anni. Perché non si può chiedere ai nostri clienti di spendere 4.770 euro per ogni macchina, per farci fare tutto il lavoro, macchina per macchina. Ne esce una cifra consistente e per molti non sopportabile.

Anche se in verità abbiamo avuto chi l’ha fatto: clienti che hanno speso fino a 60mila euro in tre anni, coi nostri fascicoli tecnici, costituiti macchina per macchina.

Allora abbiamo pensato che questo metodo poteva essere messo a disposizione, l’abbiamo sperimentato collaudato controllato. Richiede uno sforzo concentrato di attenzione da parte tua, ma contiene anche un contatto diretto con noi. Pensato proprio perché sia adatto a te, Direttore, delegato per la sicurezza, o RSPP.

Non è un metodo per tutte le situazioni e per tutte le figure professionali:

  • Non è adatto per il costruttore, per il fabbricante di macchinari,
  • Non è adatto per il distributore, per il rivenditore di macchine usate,
  • Non è adatto per chi è un fornitore esterno dell’azienda.

Andiamo sul pratico. Noi conosciamo storie, non vendiamo regole. Quello che facciamo non si legge sui libri. 

Cosa devi fare?

Segui le istruzioni: ecco il link:

www.certificazionece.it/metodo-controllo-macchinario

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