La burocrazia italiana è lenta, ma inesorabile.
Gli incidenti sul lavoro capitano e spesso succedono su macchinari vecchi modificati.
Spesso e volentieri il costruttore sa poco o nulla di dove sono e di come vengono usati i macchinari che ha venduto.
Quando capita un incidente la prima cosa da capire è se il macchinario è stato modificato o meno.
Di solito non è cosi chiaro, poiché nella vendita si è deciso di fare un po’ a testa per contenere i costi.
Quindi si installa il macchinario direttamente in fabbrica. Oppure, dopo si aggiunge un pezzo. Altro caso ancora succede quando il macchinario è stato comprato ad un’asta giudiziaria.
In tutti questi casi il costruttore viene sempre e comunque chiamato in causa.
Non è raro che venga chiamato dopo molti anni, anche più dei dieci segnalati in direttiva macchine come tempo limite per la conservazione del FT.
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Poi di incanto ti arriva una lettera dal MISE
È la seconda lettera.
Non è detto che tu sappia rispondere e che tu abbia tutta la documentazione e non è neanche detto che l’utilizzatore abbia il permesso di sistemare il macchinario contestato.
In questo caso il MISE cosa chiede e perché lo chiede?
- Anni fa è successo un incidente sul lavoro su quel macchinario. Il MISE dà per scontato che sia stato sistemato. Chiede evidenze oggettive che dimostrino che non è più pericoloso.
- Vuole capire se il macchinario è stato venduto pericoloso o se è stato modificato dell’utilizzatore.
E tu devi rispondere.
Il mercato dei macchinari è anarchico e si fa di tutto sino a che non arrivano i controlli. Se poi capita un infortunio, tutte le regole valgono di colpo.