Certificazione Di Macchinario In Uso: Come?

Certificazione Di Macchinario In Uso:

Come?

Siamo sempre in giro per fabbriche, dei più svariati settori. E vediamo che esistono in uso oggi macchinari e impianti che funzionano in produzione anche se, essendo “vecchiotti”, non sono a posto e quindi nemmeno Certificati CE.

L’utilizzatore, cioè il Direttore di stabilimento in gamba, orgoglioso della sua professionalità perché ha saputo superare la crisi, pensa che non sia saggio spendere per cambiare un impianto che funziona benissimo. E pensa sinceramente di essere a posto. Perché la macchina, la linea o l’impianto, erano in regola a suo tempo: se tutto è stato fatto come fanno tutti, oggi cosa ci possono fare?

Certo -come utilizzatori- il Direttore, l’RSPP ed i tecnici di manutenzione, non sono in grado di valutare bene cosa andrebbe adeguato, né hanno la conoscenza e la professionalità adatte: loro fanno altro. Fanno girare in modo efficiente e produttivo la fabbrica, questi problemi sono solo rogne, per loro.

Cosa POTREBBERO fare per proteggersi, cautelarsi?

Andiamo sul pratico. Noi conosciamo storie, non vendiamo regole. Quello che facciamo non si legge sui libri.

Il fatto:

In un Centro di produzione alimentare piuttosto noto è installata una macchina impastatrice piuttosto vecchiotta. L’operazione di pulizia dell’interno si doveva svolgere in modo un po’ rocambolesco: aprendo una botola sul fondo l’operatore poteva introdurre un braccio ed una canna dell’acqua in leggera pressione. Mentre si svolgeva l’operazione bisognava porre attenzione a che tutto fosse fermo: le parti in movimento all’interno del corpo dell’impastatrice e la botola stessa. Davvero una situazione poco sicura, anche perché talvolta l’operazione di pulizia veniva svolta da personale interinale e quindi poco esperto.

Allora il Direttore, preoccupato per una piccola serie di infortuni accaduti proprio lì, si è informato e ha deciso di avere la certificazione della macchina.

Certificare le macchine industriali cosa significa? Lui si chiedeva chi lo dovesse fare, chi doveva rilasciare la marcatura CE ed il relativo certificato.

Abbiamo svolto una rapida indagine: si trattava in sostanza di installare degli interblocchi opportuni, a guardia delle varie situazioni, in modo che gli organi in movimento non potessero colpire gli operatori. Questo tuttavia senza rendere impossibile il lavoro degli addetti più esperti, che dovevano in qualche modo poter controllare il processo, anche … con le mani.

Il fabbricante dell’impastatrice non esisteva più: quindi abbiamo dovuto cercare qualcuno in grado di darci una mano, capace di eseguire tutto a regola d’arte. Abbiamo allora avuto delle riunioni con una piccola impresa e con i tecnici di una multinazionale famosa per i suoi dispositivi di protezione, alla presenza sempre dell’utilizzatore (il caposquadra esperto).

La valutazione dei rischi è stata fatta rapidamente, sono state individuate le migliorie e le modifiche da apportare e, a lavoro terminato, abbiamo assistito la committente nel collaudo e definito con accuratezza la soddisfazione dei RES e quindi la possibilità di marcare CE l’impastatrice.

Ma qui sorge il problema: chi doveva o poteva marcare CE ?

In questo caso è stato necessario lo facesse il centro stesso, committente: perché il Centro aveva coordinato le operazioni ed il coordinamento tra noi, l’impresa elettrica, la Pilz e i meccanici installatori.

Quindi in questo caso la certificazione CE del macchinario industriale è stato fatto dall’utilizzatore stesso: un caso singolare, ma non unico nella nostra esperienza.

La proposta

Ma risolto questo problema se ne presentano altri, come per incanto ci si accorge di tante altre situazioni non accettabili, lo stabilimento è tutto vecchiotto.

Ma l’azienda non può spendere cifre pesanti per analizzare e mettere ordine e adeguare le macchine: meglio muoversi con consapevolezza. Il budget in queste cose è sempre un po’ stretto.

Se si dovesse spendere ogni tanto, macchina per macchina (quando le macchine sono svariate decine), per una analisi accurata fatta con noi, dovremmo chiedere per forza compensi che possono andare da 40 fino anche a 90 mila euro. E ci sono aziende che li spendono, per forza, se sono oggetto di “attenzioni” da parte degli organismi di controllo (leggi ASL).

Il metodo

Forti di queste esperienze, tutte diverse ma tutte uguali, abbiamo allora pensato di mettere a disposizione questo nostro metodo. Il nostro Metodo, controllato garantito e sperimentato, da più di dieci anni. Ripetiamo quello che secondo noi lo caratterizza, in breve: “Noi conosciamo storie, non vendiamo regole. Quello che facciamo non si legge sui libri.”

Per tecnici e dirigenti di fabbrica, abituati a stare in campo, è un metodo che si impara.

Riguarda la sicurezza dei macchinari: quello che gli RSPP ed i Consulenti per la sicurezza non conoscono a fondo, perché sono specializzati in altri argomenti: Certificato Prevenzione Incendi, Classificazione Aree, Movimentazione dei carichi, Formazione, Verifiche periodiche attrezzature e impianti elettrici, rischio chimico, e così via.

Conoscere questo metodo aiuta chi deve decidere, perché i macchinari sono oggetto di molte attenzioni, modifiche, spostamenti, utilizzi multipli: e le decisioni vanno prese con ragion veduta.

Anche se in verità abbiamo avuto chi l’ha fatto: clienti che hanno speso fino a 60mila euro in tre anni, coi nostri fascicoli tecnici, costituiti macchina per macchina.

Allora abbiamo pensato che questo metodo poteva essere messo a disposizione, l’abbiamo sperimentato collaudato controllato. Richiede uno sforzo concentrato di attenzione da parte tua, ma contiene anche un contatto diretto con noi. Pensato proprio perché sia adatto a te, Direttore, delegato per la sicurezza, o RSPP.

Non è un metodo per tutte le situazioni e per tutte le figure professionali:

  • Non è adatto per il costruttore, per il fabbricante di macchinari,
  • Non è adatto per il distributore, per il rivenditore di macchine usate,
  • Non è adatto per chi è un fornitore esterno dell’azienda.

Andiamo sul pratico. Noi conosciamo storie, non vendiamo regole. Quello che facciamo non si legge sui libri.

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